Il golden power e gli altri strumenti di protezione degli asset strategici quotati

La tutela degli asset strategici quotati rappresenta una esigenza da tempo al centro dell’indirizzo strategico nazionale nonché un profilo di sicurezza economico-finanziaria che assurge a priorità durante parentesi economiche negative. Muovendo dal contesto di accesa competizione fra Stati, l’opera fornisce una panoramica sulle scalate ostili contro i campioni nazionali quotati ed esplora l’armamentario giuridico domestico così come novellato dagli interventi normativi legati alla congiuntura pandemica: il rafforzamento del Golden Power si combina con gli istituti disciplinati dal T.U.F. (trasparenza degli assetti societari, norma antiscorrerie, strumenti di difesa) e con il ruolo di Cassa Depositi e Prestiti nell’assunzione di partecipazioni in società di rilevante interesse nazionale.
Criticità della normativa emergenziale, peculiarità del capitalismo domestico, esigenze di protezione dell’investitore nonché di promozione dell’efficienza del mercato, orientamenti delle istituzioni competenti sono fattori che si intrecciano e di cui si fornisce una lettura attraverso la lente della tutela dell’interesse nazionale. In tal senso, chiave di volta dell’opera è la delicata ricerca di un equilibrio tra strategicità e competitività, tra difesa delle prerogative sovrane e tutela delle libertà di mercato, tra protezione degli interessi vitali dello Stato e attrazione degli investimenti esteri.
La creazione di un quadro geoeconomico favorevole per il Sistema Paese impone una raffinata salvaguardia della salus rei publicae che, nel suo elevarsi a suprema lex, non autorizza una indiscriminata compressione degli altri valori costituzionalmente rilevanti. Si tratta, in ultima istanza, di perseguire un elegante estrinsecarsi della tutela degli asset strategici quotati, in grado di preservare l’attrattività del mercato finanziario domestico secondo i canoni propri di una prospettiva strategica ad ampio respiro.